In un futuro distopico, l'Abistan è un impero governato da una teocrazia totalitaria. La storia passata è stata cancellata, il calendario e le date non hanno più alcun significato. L'abilang, una nuova lingua, ha sostituito tutte le lingue precedenti, considerate idiomi di non-credenti. La vita nell'Abistan è regolata da regole ferree imposte dall'Apparato e dai dignitari della Giusta Fraternità. Il romanzo di Boualem Sansal è un'opera di denuncia contro il fondamentalismo religioso e il totalitarismo.
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In un mondo futuro, l'Abistan, un impero che si estende su gran parte del globo, è governato da una teocrazia totalitaria. Il 2084 è una data incisa nella mente di ogni abitante, un simbolo della Grande Guerra santa contro i makuf, i propagandisti della "Grande Miscredenza".
La storia passata è stata cancellata, il calendario e le date non hanno più alcun significato. L'abilang, una nuova lingua, ha sostituito tutte le lingue precedenti, considerate idiomi di non-credenti. L'Abistan è un mondo in cui ci si sottomette gioiosamente alla volontà di Yölah, la divinità suprema, e del suo rappresentante in terra, il profeta Abi.
La vita nell'Abistan è regolata da regole ferree imposte dall'Apparato e dai dignitari della Giusta Fraternità. L'armonia regna sovrana, ma è un'armonia costruita sulla paura e sull'obbedienza. Nessuno osa mettere in discussione l'autorità, nessuno osa dubitare della verità rivelata.
Il romanzo di Boualem Sansal è un'opera di denuncia contro il fondamentalismo religioso e il totalitarismo. Attraverso la storia di Ati, un uomo che cerca di ritrovare se stesso in un mondo che lo ha privato della sua identità, Sansal ci invita a riflettere sul potere della memoria, sulla libertà di pensiero e sulla necessità di resistere all'oppressione.
2084. La fine del mondo è un romanzo che ci costringe a guardare in faccia i nostri incubi, un monito contro i pericoli del fanatismo e della manipolazione.