Questo libro analizza l'impatto dell'architettura moderna sull'abitare, mostrando come l'Occidente abbia imposto il proprio modello di vita, cancellando culture e tradizioni locali. L'autore invita a riappropriarsi dell'abitare, riscoprendo il valore di un'architettura che rispetti la cultura locale e le esigenze dell'uomo.
Da millenni l'umanità ha sempre saputo abitare, creando spazi che riflettevano le proprie culture e i propri bisogni. Ma è bastato un secolo di edilizia industriale, cemento armato e architettura “moderna” per cancellare questa straordinaria capacità di vivere bene in un luogo, rispettandolo.
All'inizio del secolo scorso, quando gli olandesi conquistarono l'Indonesia, rimasero sconcertati dalle abitazioni dei popoli locali. Quelle case senza pareti, fatte di tetti e piloni per favorire la circolazione dell'aria, mettevano in discussione uno dei principi cardine dell'abitare borghese ottocentesco, ovvero i muri e la loro capacità di delimitare le proprietà e chiudersi all'esterno. Gli usi locali furono giudicati selvaggi, la convivenza di più famiglie una scandalosa promiscuità, le case tipiche, le karo batak, vennero descritte come luoghi bui e inospitali.
Gli olandesi sovrapposero il proprio stile di vita a quello degli indigeni, ignorando totalmente le forme di vita locali che avevano generato quegli usi. Lo stesso è avvenuto in tutti i mondi raggiunti dalla modernizzazione occidentale, dall'Africa alla Cina. I costumi del luogo sono sempre primitivi, le popolazioni autoctone vanno rieducate.
Tra le armi utilizzate dall'imperialismo coloniale, la meno discussa è sicuramente l'architettura. Attraverso l'imposizione urbanistica, si nega la legittimità indigena, si ignorano usi millenari e si cancellano culture. Per secoli, a volte seguendo un impulso messianico, i colonizzatori hanno edificato e stravolto, demolito e progettato secondo canoni validi per l'Occidente.
Decenni dopo, quello che rimane è un appiattimento dei modi di abitare, ormai snaturati, piegati alle volontà coloniali prima, alle speculazioni delle compagnie di real estate e del cemento armato oggi. L'individuo e il suo rapporto con il mondo sono subordinati all'architettura. Lo spazio domestico è svuotato delle sue funzioni vitali.
Franco La Cecla, nel suo libro “Addomesticare l'architettura”, ci invita a sottrarre l'abitare alla tirannia di architetti e urbanisti, a riscoprire il valore di un'architettura che rispetti la cultura locale e le esigenze dell'uomo. Un'architettura che non sia solo un prodotto di mercato, ma un luogo di vita, di relazioni e di identità.
Titolo | Addomesticare l'architettura: L'Occidente e la distribuzione dell'abitare |
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Autore | Franco La Cecla |
Editore | UTET |
Anno di pubblicazione | 2024 |
Numero di pagine | 174 |
Formato | Copertina rigida |
Lingua | Italiano |
ISBN-13 | 9791221212105 |