Amarcord bianconero

Un viaggio nel tempo attraverso la Juventus e il calcio degli anni '50 e '60

Ernesto Ferrero, in questo libro di memorie autobiografiche, ci riporta a un'epoca in cui il calcio era ancora un'epica dal volto umano, raccontata attraverso le radiocronache di Nicolò Carosio, le descrizioni immaginifiche dei settimanali sportivi e le figurine un po' meste in cui i calciatori non sorridevano mai.

Oltre il bianconero: il calcio come metafora della vita

Ma l'amarcord di Ferrero va oltre le tinte bianconere. Il calcio, per lui, è un linguaggio universale che racchiude in sé il singolo e il gruppo, il valore e la fortuna, il metodo e l'estro, la beffa e il riscatto. Siamo nei primi anni del secondo dopoguerra, segnati dalla storica partita Italia-Inghilterra e dalla tragedia del Grande Torino, e poi negli anni Cinquanta e Sessanta, quelli di un trio indimenticabile: l'astuto "cardinal" Boniperti, John Charles, il gigante buono, e Omar Sivori, l'imprendibile, beffardo coboldo italo-argentino.

Un'epoca incantata

Insieme a loro, altri campioni e gregari, un'intera città in amore, il suo carismatico monarca Gianni Agnelli. Il calcio diventa una lente con cui guardare un tempo incantato che sembra favolosamente remoto. Le storie famigliari (il padre che aveva giocato nelle squadre giovanili, la nonna che confeziona bandiere), gli incontri e i singoli ritratti si sciolgono con naturalezza in quella grande metafora della vita che è il calcio, in cui ritroviamo tutta l'incompiutezza e la fallibilità degli esseri umani, le loro grandezze e miserie e imprevedibilità.

Scrittori e calcio: un album di famiglia

Anche per questo il calcio ha coinvolto e appassionato scrittori che, in dialogo con l'autore, vengono colti al volo in queste pagine. Così Mario Soldati, Pier Paolo Pasolini, Vittorio Sereni, Giovanni Arpino, Osvaldo Soriano diventano parte integrante di un album di famiglia che non smetteremmo mai di sfogliare.