Questo libro analizza il connubio tra Roma e il fascismo, mostrando come il regime di Mussolini abbia utilizzato la città come un palcoscenico per la sua ideologia, trasformando la capitale in un simbolo di potenza e di imperialismo. L'autore, Emilio Gentile, esplora il mito della romanità che il fascismo ha cercato di ricreare, mostrando come questo mito sia stato utilizzato per legittimare il regime e per creare un'identità nazionale basata sulla forza e sulla disciplina.
Roma e il fascismo: l'evidenza del loro connubio nasconde molti interrogativi. Bisogna domandarsi innanzi tutto: quale Roma? È necessario distinguere fra la Roma reale, la Roma antica e la Roma fascista.
Alla Roma reale che disprezzava, il fascismo opponeva il proprio mito di Roma, che coincideva, fin dalle sue prime formulazioni, con l'odio per la democrazia e con il mito dell'impero: "La Roma che noi onoriamo, non è la Roma dei monumenti e dei ruderi, la Roma delle gloriose rovine. La Roma che noi vagheggiamo e prepariamo è un'altra: non si tratta di pietre insigni, ma di anime vive; non è contemplazione nostalgica del passato, ma dura preparazione dell'avvenire. Roma è il nostro punto di partenza e di riferimento; è il nostro simbolo o, se si vuole, il nostro mito. Noi sogniamo l'Italia romana, cioè saggia, forte, disciplinata e imperiale.".
Il mito della Roma fascista, anche se ammantato di richiami alla Roma antica, era un mito moderno. La romanità del fascismo fu essenzialmente una proiezione del suo totalitarismo, col quale il mito fascista di Roma si identificò per tutto il percorso della parabola del regime, dall'ascesa faticosa, ma decisa, verso la potenza e la gloria del trionfo, alla discesa inconsapevole, ma sempre più precipitosa, verso una fine ingloriosa.
Intrecciando documenti e immagini, Emilio Gentile propone un'originale interpretazione del connubio fra Roma e fascismo, rivelando aspetti inediti del totalitarismo fascista.
In questo libro, Emilio Gentile esplora la "vasta colata di ideologia pietrificata" che fu riversata nella capitale durante il ventennio. La trasformazione urbanistica di Roma, già oggetto di vari studi, è qui osservata nel suo intreccio di implicazioni, il cui denominatore comune è rinvenibile nell'attualizzazione del mito della romanità.
Il processo seguì un'evoluzione dagli esiti non scontati. Dopo aver condiviso a lungo il giudizio sprezzante sulla capitale, simbolo di corruzione e parassitismo, Mussolini avviò il recupero della funzione mitica della romanità, riuscendo gradualmente a imporla come "la principale fisionomia simbolica del fascismo, che l'adottò per definire la sua individualità politica, la sua organizzazione, il suo stile di vita e di lotta, e gli obiettivi stessi della sua azione".
La capitale diventò il luogo fisico e simbolico di una scoperta manipolazione dell'eredità classica, che fu svuotata di ogni richiamo libertario (presente invece nella Rivoluzione francese e nel Risorgimento) e piegata alle esigenze della Roma fascista.
Tuttavia non si trattava, nell'ottica di Mussolini, di un'operazione ispirata a mera "nostalgia reazionaria" né a "venerazione reliquiaria"; bensì di uno sforzo finalizzato all'"azione politica per la creazione del futuro", in cui la rigenerazione monumentale era obiettivo e al tempo stesso strumento della pedagogia totalitaria.
In gioco erano il rifacimento del carattere degli italiani, l'assimilazione di una moderna romanità, imperniata su disciplina, gerarchia, coscienza imperiale, vitalità della razza e virtù militare, valori capaci di affermare il fascismo quale nuova civiltà universale.
Il libro di Emilio Gentile è un'analisi approfondita del fascismo di pietra, che si concentra sulla trasformazione urbanistica di Roma durante il ventennio fascista. L'autore dimostra come il regime di Mussolini abbia utilizzato la città di Roma come un palcoscenico per la sua ideologia, trasformando la capitale in un simbolo di potenza e di imperialismo.
Gentile analizza il mito della romanità che il fascismo ha cercato di ricreare, mostrando come questo mito sia stato utilizzato per legittimare il regime e per creare un'identità nazionale basata sulla forza e sulla disciplina. Il libro è ricco di immagini e di documenti che illustrano la trasformazione di Roma durante il fascismo, e offre una prospettiva unica sul rapporto tra il regime e la città.
"Fascismo di pietra" è un libro essenziale per comprendere il fascismo e la sua influenza sulla storia italiana. L'autore, Emilio Gentile, è uno storico di fama internazionale, e il suo libro è un'opera di grande erudizione e di grande chiarezza. Il libro è adatto a un pubblico ampio, sia a chi si avvicina per la prima volta al tema del fascismo, sia a chi desidera approfondire la sua conoscenza.
Caratteristiche | Valore |
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Autore | Emilio Gentile |
Editore | Laterza |
Anno di pubblicazione | 2008 |
Numero di pagine | 284 |
Collana | i Robinson / Letture |
ISBN | 9788842084228 |
Lingua | Italiano |
Formato | Brossura |
Dimensioni | 13,50 x 21 cm |