Questo libro analizza la successione mortis causa dell'imprenditore agricolo, esaminando la successione regolata dal diritto comune, la disciplina speciale prevista dalla legislazione agraria e la normativa tributaria. Approfondisce gli aspetti chiave della successione dell'imprenditore agricolo, come la tutela della continuità dell'impresa agricola e l'affitto coattivo del fondo in comunione ereditaria.
Nel linguaggio giuridico, la "successione" indica il subentro di uno o più soggetti (persone fisiche, giuridiche, ecc.) ad un altro soggetto in una determinata situazione giuridica. Questa situazione può essere rappresentata dalla proprietà di beni, materiali e immateriali, e l'evento che la modifica può derivare dalla morte della persona che possiede tali beni (successione mortis causa) o da un atto tra vivi, come la cessione o la donazione di un'azienda.
La differenza principale tra le due fattispecie risiede negli effetti: nel trasferimento tra vivi, il cessionario/donatario subentra solo nelle situazioni attive e passive costituenti il complesso aziendale, mentre nella successione per causa di morte vi è, generalmente, il subentro in tutto il patrimonio del defunto (c.d. successione a titolo universale).
Tuttavia, anche nella successione mortis causa è possibile che si verifichi, per volontà del defunto o della legge, una successione particolare, avente cioè oggetto determinati beni a favore di uno o più beneficiari.
In questo contesto, ci concentreremo sulla successione mortis causa dell'imprenditore agricolo, ovvero, per meglio dire, sulla successione nella gestione dell'impresa agricola del de cuius (termine che nel linguaggio giuridico indica la persona deceduta). Esamineremo la successione regolata dal diritto comune, la disciplina speciale prevista dalla legislazione agraria e la normativa tributaria.
È importante sottolineare che nella successione dell'imprenditore agricolo, oltre alle regole comuni, già complesse in sé, trovano applicazione disposizioni che intaccano (o possono intaccare) il principio dell'unità della successione e quello dell'uguaglianza fra i coeredi.
Nel diritto agrario, la disciplina del fenomeno successorio a causa di morte presenta, rispetto al regime ordinario, importanti differenze imposte per tutelare la continuità dell'impresa agricola. La successione agraria, infatti, non ha la funzione di garantire la continuità nella titolarità di un patrimonio bensì quella di assicurare la continuità nella titolarità dell'impresa agricola.
La norma di riferimento è costituita dall'art. 49 della Legge n. 203 del 3 maggio 1982, il quale prevede che, in caso di morte del proprietario di fondi rustici condotti o coltivati direttamente da lui o dai suoi familiari, gli eredi che, al momento dell'apertura della successione, risultino avere esercitato e continuino ad esercitare su tali fondi l'attività agricola in qualità di imprenditori a titolo principale o di coltivatori diretti, hanno diritto a continuare nella conduzione o coltivazione dei fondi stessi anche per le porzioni ricomprese nelle quote degli altri coeredi e sono considerati affittuari di esse.
Il rapporto di affitto che così si instaura tra i coeredi è disciplinato dalle norme della presente legge, con inizio dalla data di apertura della successione. In altre parole, questa disposizione prevede la costituzione coattiva di un rapporto di affitto agrario, posto che l'erede coltivatore diretto o imprenditore agricolo diviene per legge affittuario dei fondi di proprietà della comunione ereditaria per un periodo di 15 anni, corrispondenti alla durata legale minima dei contratti di affitto di fondi rustici prevista dall'art. 1 della Legge n. 203/1982.
Con tale previsione normativa, il legislatore del 1982 ha inteso assicurare, anche dopo la morte dell'imprenditore agricolo e per un periodo di almeno 15 anni, l'integrità e la continuità dell'azienda agricola. In questo modo prevale l'interesse alla continuità dell'attività agricola rispetto all'interesse dei coeredi a ricevere immediatamente la loro quota di eredità.
La successione mortis causa dell'imprenditore agricolo è un tema complesso che richiede un'attenta analisi delle norme applicabili e delle diverse situazioni che possono verificarsi. La tutela della continuità dell'impresa agricola è un principio fondamentale che guida la legislazione in materia, garantendo la sopravvivenza dell'azienda anche dopo la morte del suo titolare.
Caratteristiche | Valore |
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Titolo | La successione mortis causa dell'imprenditore agricolo |
Autore | Guido Bianchi, Luigi Cenicola |
Editore | ConsulenzaAgricola.it s.r.l. |
Anno di pubblicazione | 2023 |
Numero di pagine | 480 |
ISBN | 978-88-32223-45-3 |