Un'esplorazione filosofica e pedagogica dello sguardo, che invita a riflettere sulla complessità della visione e sulla sua importanza nell'esperienza umana. Il libro analizza la relazione tra visione, osservatore e mondo circostante, suggerendo di partire dalla radice invisibile dello sguardo per comprenderne appieno le potenzialità.
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"A perdita d'occhio. Riposare lo sguardo. Per una pedagogia del senso sospeso" di Emanuela Mancino, pubblicato da Ugo Mursia Editore nel 2014, è un'opera che invita a riflettere sulla complessità dello sguardo e sulla sua importanza nell'esperienza umana. Il libro analizza come lo sguardo sia stato oggetto di studio e riflessione da parte di filosofi e artisti, che hanno cercato di comprendere la relazione tra visione, osservatore e mondo circostante.
L'autrice esplora come lo sguardo ci metta di fronte alla varietà, alla mutevolezza e alla sensibilità dell'atto stesso di guardare. Il libro suggerisce di partire dalla radice invisibile dello sguardo per comprenderne appieno le potenzialità, vedendo la visione come un'esperienza, una responsabilità, un incontro e un'interrogazione.
Mancino sottolinea la difficoltà di imparare a guardare e l'importanza di recuperare il rispetto e la meraviglia nel gesto del guardare. Il libro invita il lettore a perdersi nello sguardo, a esplorare spazi insondabili e pieni di futuro, abitati dagli istanti iniziali delle cose, che sono le infanzie del guardare.
"A perdita d'occhio" è un libro che si rivolge a educatori, filosofi e a chiunque sia interessato a comprendere più a fondo il significato dello sguardo e la sua influenza sulla nostra percezione del mondo. Con una scrittura accessibile ma profonda, l'autrice offre spunti di riflessione originali e stimolanti.
Parole chiave: filosofia, pedagogia, sguardo, visione, educazione, esperienza, percezione, Emanuela Mancino, Ugo Mursia Editore.