Fabio Stassi ripercorre la storia della censura e della distruzione del sapere, partendo dal rogo dei libri a Bebelplatz nel 1933, intrecciando eventi storici con riflessioni sul ruolo della cultura e sulla natura umana. Un invito alla ribellione attraverso la lettura e alla riscoperta di autori dimenticati.
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Nel suo ultimo libro, Fabio Stassi ci conduce in un viaggio toccante e necessario attraverso la storia della censura e della distruzione del sapere. Partendo dal rogo dei libri a Bebelplatz nel 1933, l'autore ripercorre le tappe più oscure della storia europea, intrecciando eventi storici con riflessioni sul ruolo della cultura e sulla natura umana.
Stassi compone un vero e proprio atlante della letteratura "dannosa e indesiderata", riscoprendo cinque scrittori italiani che furono destinati alle fiamme dai nazisti: Pietro Aretino, Giuseppe Antonio Borgese, Emilio Salgari, Ignazio Silone e Maria Volpi. Attraverso le loro storie, l'autore ci invita a riflettere sull'importanza della libertà di pensiero e sull'importanza di proteggere il patrimonio culturale dall'oblio.
Con uno stile appassionato e coinvolgente, Stassi ci ricorda che la ribellione si impara leggendo e che ogni lettore, per qualsiasi potere, è sempre una minaccia. "Bebelplatz la notte dei libri bruciati" è un libro necessario per chiunque creda nel potere della cultura e nella sua capacità di cambiare il mondo.
Immergiti in un'opera che celebra la resilienza della cultura e la sua capacità di illuminare anche i momenti più bui della storia. Un libro che invita a disseppellire la biblioteca di Don Chisciotte, perché, come scrive Alberto Manguel nell'introduzione, «Da qualche parte nel mondo una mente sta ideando parole da tracciare con la mano e da decifrare con gli occhi in mezzo al fumo e alle ceneri».