Un'analisi critica di Goffredo Fofi sul cinema militante contemporaneo, che ne esplora la trasformazione da strumento di massa a forma d'arte marginale, e propone un ritorno a un cinema autentico, indipendente e impegnato socialmente.
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In un'epoca in cui il cinema di finzione sembra aver perso la sua originalità, riducendosi a una mera copia di sé stesso, anche il cinema militante versa in uno stato di crisi profonda. Goffredo Fofi, in questo saggio che raccoglie e amplia cinquant'anni di riflessioni, affronta il tema del cinema non tanto per decretarne la fine, quanto per analizzarne la radicale trasformazione.
Il cinema, un tempo strumento di comunicazione e formazione culturale di massa, si è trasformato in una forma di espressione artistica secondaria. Per sopravvivere, secondo Fofi, deve accettare la propria marginalità e riflettere su di essa.
Fofi propone un ritorno a un cinema realmente "militante", da diffondere in contesti alternativi come piccole sale, cantine, scuole, quartieri, parrocchie e camere del lavoro. Un cinema che dia spazio all'inchiesta, alla formazione e alla sollecitazione all'azione, difendendo la Natura e gli Oppressi di tutto il mondo, guidato da ideali libertari e socialisti.
Questo libro è un invito all'azione, affinché ognuno contribuisca, secondo le proprie possibilità e preferibilmente in gruppo, a promuovere un cinema impegnato e socialmente rilevante. Un cinema che sappia ancora smuovere le coscienze e ispirare un cambiamento positivo nel mondo.
Parole chiave: cinema militante, Goffredo Fofi, critica cinematografica, impegno sociale, cinema indipendente, storia del cinema, analisi culturale, Elèuthera.