Un padre racconta la sua storia e il suo dolore dopo la perdita della figlia, vittima di femminicidio, trasformando la sua sofferenza in un messaggio di speranza e un invito a riflettere sulla cultura patriarcale. Un libro toccante e necessario per costruire una società basata sul rispetto e l'empatia.
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In "Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia", Gino Cecchettin, insieme a Marco Franzoso, condivide un'esperienza straziante: la perdita della figlia Giulia, vittima di femminicidio. Questo libro non è solo un racconto di dolore, ma un invito a riflettere sulla cultura patriarcale e sulla necessità di costruire relazioni basate sul rispetto e l'empatia.
Giulia è descritta come una ragazza solare, piena di sogni e passioni. Amava disegnare, immaginava di vivere in una brughiera e collezionava scatole. La sua improvvisa scomparsa lascia un vuoto incolmabile, trasformando la sua famiglia in un simbolo della lotta contro la violenza di genere.
Gino Cecchettin, devastato dal dolore, sceglie di trasformare la sua sofferenza in un messaggio di speranza. Attraverso una lunga lettera, ripercorre la sua storia di padre, i momenti felici e quelli tragici, offrendo una testimonianza commovente e un'analisi lucida delle dinamiche che portano alla violenza contro le donne.
Il libro è un invito a "costruire un'alleanza tra i sessi, anziché consolidare la prevaricazione di uno sull'altro". Gino Cecchettin esorta ad ascoltare le nuove generazioni e a lavorare insieme per creare una società più giusta e rispettosa, dove l'empatia e il dialogo siano alla base delle relazioni umane.
Questa edizione arricchita include un nuovo testo in cui Gino Cecchettin racconta le attività intraprese in memoria di Giulia, sottolineando l'importanza di un impegno collettivo per contrastare ogni forma di violenza di genere. Un libro toccante e necessario, che invita alla riflessione e all'azione per un futuro più sicuro e rispettoso per tutti.
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