Un classico della critica letteraria che ha rivoluzionato la lettura di Moby Dick. Un saggio sperimentale e innovativo che propone una tesi audace: Melville avrebbe scritto due versioni del suo capolavoro, segnate dall'incontro con le tragedie di Shakespeare. Un'indagine filologica e psicologica che appassiona e stimola la riflessione.
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"Chiamatemi Ismaele" di Charles Olson, pubblicato da Minimum Fax, è un'opera che ha segnato un punto di svolta nella critica letteraria, diventando un classico imprescindibile per chiunque voglia approfondire la conoscenza di Herman Melville e del suo capolavoro, Moby Dick.
Fin dalla sua prima pubblicazione, questo saggio ha suscitato scalpore per la sua struttura inedita e sperimentale. Olson non si limita a un'analisi tradizionale, ma crea un'opera d'arte a sé stante, in cui la critica letteraria si fonde con la poesia e la filosofia.
Il libro propone una tesi audace e provocatoria: Melville avrebbe scritto due versioni di Moby Dick. La prima versione, antecedente alla lettura delle tragedie di Shakespeare, sarebbe priva dei personaggi di Ahab e della balena bianca. Secondo Olson, l'incontro con Shakespeare avrebbe segnato una svolta radicale nella vita e nell'opera di Melville, portandolo a riscrivere il romanzo in chiave tragica e simbolica.
Come un detective, Olson segue le tracce del pensiero di Melville nelle sue annotazioni a margine dei volumi di Shakespeare. Attraverso un'analisi minuziosa e appassionata, ricostruisce il processo creativo dello scrittore americano, svelandone le fonti di ispirazione e le trasformazioni interiori.
"Chiamatemi Ismaele" è un libro che appassiona e stimola la riflessione, offrendo una nuova prospettiva sulla vita e sull'opera di Melville. Un'opera fondamentale per chiunque abbia amato uno dei più grandi romanzi americani di tutti i tempi.
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