Un'analisi multidisciplinare sul ruolo dell'essere umano nel mondo vivente e sull'urgenza di una transizione ecologica, attraverso nuovi modelli di interazione tra città e natura.
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In un'epoca segnata dall'emergenza climatica, il libro "Coltiviamo il nostro giardino. Osare nuovi paesaggi, prendersi cura, inselvatichire il mondo" edito da DeriveApprodi, si pone come una riflessione urgente e necessaria sul ruolo dell'essere umano nel mondo vivente. Curato da Florence Ferran, Claudia Mattogno e Annalisa Metta, il volume raccoglie contributi di paesaggisti, architetti, urbanisti, geografi, sociologi, filosofi e artisti italiani e francesi, offrendo una pluralità di sguardi e sensibilità sul tema del rapporto tra città e natura.
Il libro parte dalla constatazione che i cittadini sono sempre più consapevoli della crisi ambientale e desiderosi di agire in prima persona, diventando "giardinieri" del pianeta. Tuttavia, manca ancora una narrazione collettiva che renda comprensibile e praticabile la transizione ecologica. Il volume si propone di colmare questa lacuna, esplorando nuove categorie di nature urbane, dal rinnovo dell'agricoltura urbana alla diffusione dei giardini condivisi, passando per il greenwashing dell'architettura e le sfide della "città selvatica".
Attraverso un dialogo interdisciplinare, gli autori invitano a ridiscutere le articolazioni tra centri, periferie, campagne e incolti, immaginando un modello di città che emerga dall'interazione responsabile e gioiosa tra tutte le forme del vivente, umanità compresa. Un ambiente in cui siamo tutti collegati, dal suolo al cielo, ai fenomeni atmosferici.
Il titolo del libro, che riprende la celebre metafora di Candide di Voltaire, è un invito a prenderci cura del nostro ambiente, a osare nuovi paesaggi, a inselvatichire il mondo. Un'esortazione a superare la rassegnazione e a impegnarsi in prima persona per un futuro più sostenibile.