Un'opera inedita di Patrizia Cavalli che esplora la psiche umana attraverso frammenti autobiografici e riflessioni sui grandi temi della vita, come l'amore, l'invidia e l'estasi sensoriale. Un viaggio introspettivo che invita alla comprensione e alla riflessione sulla condizione umana.
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"Con passi giapponesi" di Patrizia Cavalli, pubblicato da Einaudi nel 2019, è un'opera che si colloca al confine tra narrativa e saggistica, un'esplorazione della psiche umana attraverso frammenti autobiografici, parabole aneddotiche e ritratti. In queste pagine, rimaste inedite per lungo tempo, l'autrice affronta temi come l'amore, l'invidia e l'estasi sensoriale con uno stile analitico e visionario che ricorda la prosa di Roberto Longhi, Elsa Morante e Goffredo Parise.
Il libro si articola in capitoli che, pur nella loro diversità stilistica, sono accomunati da un unico obiettivo: la comprensione. Come afferma Alfonso Berardinelli nella sua introduzione, "Con passi giapponesi" ubbidisce a un solo comandamento: «Devo capire». Se la poesia è la sola scienza possibile di ciò che nella vita non si dà altra scienza, queste prose di poeta rivelano capacità figurative, speculative e satiriche che nei libri di versi erano comparse solo occasionalmente.
Fin dal primo testo, il lettore si trova immerso in un mondo comico-tragico, labirintico fino alla vertigine, popolato da passioni senza esito e disperati, in cui la vita si dissangua fingendo se stessa. L'opera offre uno sguardo profondo e disincantato sulla condizione umana, invitando il lettore a interrogarsi sui grandi temi dell'esistenza.