In "Contro i bei tempi andati", Michel Serres difende il presente dalle nostalgie infondate, celebrando i progressi compiuti e invitando a vivere un'esistenza piena e consapevole. Un'analisi acuta e provocatoria sul nostro rapporto con il passato e il futuro.
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In "Contro i bei tempi andati", Michel Serres, figura di spicco dell'epistemologia contemporanea, intraprende una coraggiosa difesa del presente, smantellando con arguzia le nostalgie infondate per un passato idealizzato. Serres, forte della sua esperienza di vita che lo ha visto testimone di guerre, difficoltà economiche e arretratezza sociale, contrappone alla retorica del "buon tempo andato" una lucida analisi dei progressi innegabili compiuti dalla nostra società.
Attraverso un vivace confronto con il "Vecchio Brontolone", incarnazione del passatismo nostalgico, Serres mette in luce le ipocrisie e le chiusure mentali che si celano dietro la difesa di presunte epoche d'oro. Allo stesso tempo, celebra l'avvento di "Pollicina", la giovane nativa digitale che, grazie alla tecnologia, ha il mondo a portata di mano, aprendo nuove prospettive di conoscenza e di libertà.
Serres non indulge a un ottimismo ingenuo, ma propone una visione combattiva e consapevole del presente, riconoscendo i progressi compiuti in termini di speranza di vita, sensibilità ecologica, parità di genere, igiene e medicina. Pur ammettendo che tali conquiste siano perfettibili, invita a non dimenticare i lunghi periodi di pace che l'Europa ha conosciuto, condizioni eccezionali nella sua storia.
Con uno stile brillante e trascinante, Serres ci esorta ad abbracciare le opportunità del presente, a vivere una vita "dolce e lieve", resa possibile dai progressi della civiltà. Un libro che stimola la riflessione e ci invita a guardare al futuro con occhi nuovi, senza cedere alla facile retorica del declino.