Un'analisi approfondita della vita di Enrico Cuccia e della sua influenza sulla creazione e gestione di Mediobanca, esplorando i principi, le sfide e l'eredità di una figura chiave della finanza italiana del Novecento.
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"Enrico Cuccia è stato certamente uno dei maggiori protagonisti della vita economica italiana della seconda metà del Novecento", così Giorgio La Malfa introduce il suo ritratto di una figura chiave della finanza italiana. In questo libro, La Malfa, che ha avuto l'opportunità di lavorare al fianco di Cuccia, offre una prospettiva privilegiata sulla vita e le opere di questo personaggio enigmatico e sulla sua più grande creazione: Mediobanca.
Il libro esplora la giovinezza di Cuccia, i suoi soggiorni all'estero e le prime esperienze all'Iri e alla Comit, delineando il percorso che lo ha portato a diventare una figura centrale nel mondo finanziario italiano.
L'autore si sofferma sui momenti cruciali della carriera di Cuccia, come l'incontro con Romano Prodi riguardo alla privatizzazione della banca, l'affaire Sindona con le minacce contro Cuccia e Giorgio Ambrosoli, e il rapporto complesso con Raffaele Mattioli. Questi eventi sono analizzati per svelare le idee e i principi che hanno guidato Cuccia nella costruzione di Mediobanca.
Pur rispettando la proverbiale riservatezza di Cuccia, La Malfa riesce a restituire un ritratto vivido e complesso di un protagonista tanto autorevole quanto enigmatico. La sua eredità continua a interrogare il presente, come aveva previsto lo stesso Cuccia con la sua amara ironia: "Se è caduto l'Impero romano, perché non dovrebbe cadere Mediobanca?".
Questo libro è una lettura fondamentale per chiunque voglia capire la storia della finanza italiana e il ruolo di una delle sue figure più influenti.