"Der vermessene Mensch" esplora le origini dell'antropologia fisica tedesca e il suo legame con il colonialismo, analizzando la raccolta di teschi dalle colonie e il ruolo degli scienziati nel giustificare le politiche discriminatorie. Un'analisi critica sul passato coloniale e le sue implicazioni attuali.
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"Der vermessene Mensch" (L'uomo misurato) è un'opera fondamentale che esplora le origini dell'antropologia fisica tedesca e il suo intreccio con l'ideologia coloniale. Pubblicato originariamente nel 1984, questo libro offre una prospettiva critica sulla raccolta di teschi e sullo studio dei resti umani provenienti dalle colonie tedesche, in particolare dall'Africa sud-occidentale (l'odierna Namibia) durante il genocidio degli Herero e Nama.
L'autore analizza come le misurazioni antropometriche e le teorie razziali dell'epoca fossero utilizzate per giustificare il dominio coloniale e la disumanizzazione dei popoli indigeni. Il libro svela il ruolo degli scienziati tedeschi nel fornire una base "scientifica" per le politiche discriminatorie e violente del regime coloniale.
"Der vermessene Mensch" è una lettura essenziale per chiunque sia interessato alla storia del colonialismo, all'antropologia, alle teorie razziali e al genocidio. Offre una riflessione critica sul passato coloniale della Germania e sulle sue implicazioni per il presente. Il libro invita a confrontarsi con le responsabilità della scienza e della società di fronte alle ingiustizie storiche e a promuovere una cultura della memoria e della riconciliazione.
Questa edizione include nuove prefazioni e postfazioni che contestualizzano l'opera nel dibattito attuale sulla decolonizzazione dei musei e sulla restituzione dei beni culturali. Un'aggiunta preziosa per comprendere le sfide e le opportunità di un futuro più giusto e inclusivo.
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