Questo libro analizza i saggi più significativi di Derrida dedicati alle arti e alla letteratura, esplorando l'incontro tra estetica e decostruzione e le sfide ermeneutiche che ne derivano. L'autore analizza il pensiero di Derrida in relazione a figure chiave come Artaud, Celan, Joyce, Mallarmé, Jabès, Valéry e Ponge.
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Il confronto con le arti e la letteratura è una costante nell'evoluzione del pensiero di Derrida. Mallarmé, Ponge, Artaud, Jabès, Joyce, Valéry, Adami sono alcuni dei protagonisti di un dialogo ininterrotto, che segna i passi fondamentali del cammino filosofico derridiano.
In questo libro, l'autore propone un commento critico dei saggi più significativi che Derrida ha dedicato alle arti e alla letteratura. Confrontarsi con questi testi, spesso oscuri ed enigmatici, significa accettare una sfida ermeneutica e cercare di "decifrare" gli innumerevoli significati nascosti tra le righe.
Questo lavoro d'interpretazione produce un risultato duplice. Da una parte emerge chiaramente che - nonostante la diffidenza di Derrida nei confronti dell'estetica - l'incontro tra estetica e decostruzione è non solo possibile, ma anzi necessario. Dall'altra parte, un'analisi approfondita dei testi consente di evidenziare i problemi e le difficoltà che sembrano caratterizzare l'approccio decostruzionista alle arti e ai testi letterari.
L'approccio decostruttivo all'arte e alla letteratura tenta dunque di evitare le strettoie logocentriche che caratterizzano la filosofia dell'arte. Si configura così un compito per certi versi impossibile: interrogare le opere artistiche e letterarie senza sottometterle alla logica del concetto e del pensiero.
Questo libro è un'occasione unica per approfondire il pensiero di Derrida e la sua relazione con le arti. Un'opera che si rivolge a tutti coloro che sono interessati alla filosofia, alla letteratura e all'arte.