Un colonnello americano cinquantenne, reduce dalla Seconda guerra mondiale, è follemente innamorato di una giovanissima nobildonna veneziana. Sullo sfondo di una Venezia crepuscolare, Hemingway esplora i temi dell'amore, della perdita e della mortalità in un romanzo intenso e malinconico.
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"Di là dal fiume e tra gli alberi" di Ernest Hemingway, pubblicato da Mondadori, è un'opera intensa e malinconica che esplora i temi dell'amore, della perdita e della mortalità. Ambientato in una Venezia suggestiva e crepuscolare, il romanzo ci presenta un colonnello americano cinquantenne, reduce della Seconda Guerra Mondiale, tormentato dai ricordi e innamorato di una giovane nobildonna veneziana.
La narrazione si snoda tra luoghi iconici come l'Hotel Gritti, l'Harry's Bar, la laguna veneziana e gli eleganti palazzi della società, ma anche nella campagna di Fossalta, teatro di antiche ferite e memorie dolorose. Venezia, con la sua bellezza decadente, diventa lo sfondo ideale per una storia di addii e di riflessioni sulla caducità della vita.
Il colonnello americano, con il suo modo di fare disperato e la sua autodistruttiva dolcezza, incarna la fragilità umana di fronte all'ineluttabilità del tempo. La giovane nobildonna veneziana, con la sua innocenza e vitalità, rappresenta un'ancora di salvezza in un mondo di ombre e ricordi.
Considerato un romanzo d'addio, "Di là dal fiume e tra gli alberi" affronta il tema della morte in modo intimo e personale. A differenza delle altre opere di Hemingway, qui la morte non sopraggiunge improvvisa, ma viene attesa e dialogata, in una silenziosa convivenza con un corpo che non risponde più ai comandi della vita.
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