Nel 1887, la reporter Nellie Bly si finse pazza per essere rinchiusa in un manicomio e denunciare le condizioni disumane delle pazienti. Un reportage-verità che scosse l'opinione pubblica e contribuì alla riforma degli istituti di igiene mentale. Un classico del giornalismo investigativo.
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Nel 1887, la giovane reporter Nellie Bly intraprende una missione coraggiosa e rischiosa: fingendosi malata di mente, si fa rinchiudere nel famigerato manicomio femminile di Blackwell's Island, New York. Il suo obiettivo? Denunciare le condizioni disumane e i maltrattamenti subiti dalle pazienti, spesso dimenticate e private della loro dignità.
Attraverso le pagine di questo reportage-verità, il lettore è catapultato in un universo fatto di freddo, sporcizia, violenza e abusi. Nellie Bly descrive con lucidità e coraggio le pratiche mediche obsolete e crudeli, la mancanza di igiene, il cibo immangiabile e la brutalità delle infermiere. Un quadro agghiacciante che mette in discussione il concetto stesso di sanità mentale e il ruolo della società nei confronti dei più deboli.
"Dieci giorni in manicomio" non è solo un resoconto giornalistico, ma un vero e proprio atto di accusa contro un sistema che rinchiude e annienta le persone anziché curarle. Grazie alla sua inchiesta, Nellie Bly scosse l'opinione pubblica e contribuì a innescare un processo di riforma degli istituti di igiene mentale.
A più di un secolo di distanza dalla sua pubblicazione, "Dieci giorni in manicomio" resta un libro di straordinaria attualità, capace di indignare, commuovere e far riflettere. Un testo fondamentale per comprendere le fragilità della mente umana e l'importanza di tutelare i diritti di tutti, soprattutto di chi non ha voce.
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