Un'analisi profonda del concetto di "dike" (giustizia) e della sua influenza sul pensiero occidentale, a partire dalle prime testimonianze filosofiche di Anassimandro fino alle implicazioni sulla stabilità del sapere e dell'essere. Emanuele Severino svela come questo principio fondamentale plasmi la storia e il destino della verità.
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Immergiti in un'analisi profonda e illuminante con "Dike" di Emanuele Severino, pubblicato da Adelphi Edizioni. Questo saggio esplora il significato del termine "dike", che tradizionalmente si traduce con "giustizia", ma che in realtà racchiude un concetto molto più ampio e radicato nella storia del pensiero occidentale.
Severino ci guida attraverso un percorso che inizia con le prime testimonianze filosofiche di Anassimandro, rivelando come l'avvento della filosofia coincida con l'emergere di questo significato profondo di "dike". Aristotele lo definisce "il principio più stabile", un concetto che permea ogni aspetto del sapere e dell'essere.
Questo principio di stabilità incondizionata influenza tutto ciò che l'uomo può pensare e fare, plasmando l'intera storia dell'Occidente. Severino, riprendendo le fila del suo precedente lavoro "Il Giogo", analizza come la tradizione occidentale, esplicitata da Eschilo, consideri questa stabilità come il rimedio contro il dolore e la morte.
L'autore si concentra sulle radici di questo significato, mettendo in luce come "dike" e l'Occidente, da essa dominato, finiscano per sfigurare il volto autentico della stabilità, il vero destino della verità. Il libro affronta il rapporto tra il volto puro del destino e la sua versione distorta, offrendo nuovi spunti di riflessione rispetto agli scritti precedenti di Severino.
"Dike" è un'opera fondamentale per chiunque voglia comprendere a fondo le radici del pensiero occidentale e le sue implicazioni sul nostro modo di vivere e di pensare. Un'esplorazione che invita alla riflessione e alla scoperta di nuove prospettive sulla verità e sul destino.