Jonathan Franzen ci invita a confrontarci con la realtà della catastrofe climatica, abbandonando l'illusione di poterla fermare completamente. Il saggio propone un approccio realistico, concentrandosi sulla protezione delle comunità e degli ecosistemi, e sull'adattamento a un mondo in trasformazione. Un invito a riscoprire il valore della resilienza, della solidarietà e della responsabilità individuale.
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In un'epoca segnata da crescenti preoccupazioni ambientali, Jonathan Franzen, acclamato autore e saggista, ci invita a confrontarci con una realtà scomoda ma ineludibile: la catastrofe climatica è già in atto e non possiamo più fermarla completamente. In "E se smettessimo di fingere?: Ammettiamo che non possiamo più fermare la catastrofe climatica (Vele)", Franzen abbandona l'illusione di soluzioni facili e ci spinge a concentrarci su ciò che possiamo ancora salvare.
Franzen analizza con lucidità i fallimenti delle politiche ambientali globali e la persistente negazione della crisi climatica. Lungi dall'essere un messaggio di disperazione, il suo saggio è un invito a un realismo pragmatico. Invece di inseguire obiettivi irraggiungibili, Franzen ci esorta a proteggere ciò che amiamo: le nostre comunità, i nostri ecosistemi, i nostri valori.
L'autore propone un cambiamento radicale di prospettiva. Invece di concentrarci esclusivamente sulla prevenzione del cambiamento climatico, dobbiamo prepararci ad affrontarne le conseguenze. Questo significa investire nella resilienza delle nostre società, proteggere le specie a rischio e adattare le nostre vite a un mondo in trasformazione. Franzen ci invita a riscoprire il valore della comunità, della solidarietà e della responsabilità individuale.
"E se smettessimo di fingere?" è un libro provocatorio, scomodo e necessario. Un invito a un dibattito onesto e urgente sul futuro del nostro pianeta. Franzen ci sfida a superare la negazione, l'indifferenza e l'ottimismo infondato e ad abbracciare un realismo costruttivo, capace di ispirare azioni concrete e significative.