Un'analisi critica dell'etnopsichiatria, dalla sua nascita in epoca coloniale all'evoluzione come disciplina capace di analizzare la sofferenza mentale in contesti culturali diversi, con un focus sulla clinica della migrazione.
Per qualsiasi esigenza Scrivici su WhatsApp, oppure visita la pagina contattaci.
Spedizione gratuita in tutta Italia, per maggiorni informazioni: pagina spedizioni.
"Etnopsichiatria. Sofferenza mentale e alterità fra storia, dominio e cultura" di Roberto Beneduce, edito da Carocci, è un'opera che esplora il complesso e affascinante panorama dell'etnopsichiatria. Questo campo, nato in epoca coloniale, si è evoluto da uno studio che spesso riproduceva stereotipi sull'alterità a una disciplina critica e sovversiva, capace di analizzare la sofferenza mentale in contesti culturali diversi.
Il libro ripercorre la storia dell'etnopsichiatria, mostrando come, inizialmente, le categorie diagnostiche occidentali etichettavano e stigmatizzavano le differenze culturali, mascherando conflitti sociali e politici. Con la fine del colonialismo, l'etnopsichiatria ha iniziato a ridefinire il suo orizzonte, concentrandosi sull'analisi delle rappresentazioni della malattia, sul dialogo con i guaritori tradizionali e sulla critica della psichiatria occidentale. Un focus importante è dedicato alla clinica della migrazione, un tema sempre più rilevante nella società contemporanea.
Quest'opera offre una prospettiva critica e approfondita sull'etnopsichiatria, invitando il lettore a riflettere sulle dinamiche di potere, dominio e cultura che influenzano la percezione e la gestione della sofferenza mentale. È una lettura essenziale per chiunque sia interessato alle scienze sociali, alla psichiatria, all'antropologia e alle dinamiche interculturali.
Con uno stile chiaro e rigoroso, Roberto Beneduce ci guida attraverso un percorso complesso, offrendo strumenti utili per comprendere le sfide e le opportunità dell'etnopsichiatria contemporanea. Un libro che stimola il pensiero critico e invita a superare gli stereotipi, per costruire un approccio più inclusivo e rispettoso alla cura della salute mentale.