Ferdinando II di Borbone, re del Regno delle Due Sicilie dal 1830 al 1859, fu un sovrano reazionario che si impegnò per il progresso economico e tecnologico del Regno, ma la sua repressione dei moti del 1848 gli valse il soprannome di "Re Bomba".
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Ferdinando II di Borbone, nato Ferdinando Carlo Maria a Palermo il 12 gennaio 1810 e morto a Caserta il 22 maggio 1859, fu re del Regno delle Due Sicilie dal 1830 fino alla sua morte. Salì al trono in giovane età, succedendo al padre Francesco I, e si dedicò con impegno al risanamento delle finanze del Regno. Il suo regno fu caratterizzato da un periodo di timide riforme burocratiche e importanti innovazioni tecnologiche, come la costruzione della prima ferrovia italiana, la Napoli-Portici, e la creazione di impianti industriali, come le officine di Pietrarsa.
Nonostante gli sforzi per modernizzare il Regno, Ferdinando II era un sovrano reazionario e il suo regno fu sconvolto dai moti rivoluzionari del 1848. La sua repressione dei moti gli valse il soprannome di "Re Bomba". Dopo un breve esperimento costituzionale, il Regno fu segnato da una progressiva stretta in senso assolutista e conservatore.
Ferdinando II nutriva anche ambizioni territoriali, desiderando il controllo dello Stato dei Presidi, di Malta e delle enclaves pontificie di Benevento e Pontecorvo. Tuttavia, non accettò l'obbligo di intervento per reprimere i moti del 1831 in base all'accordo con l'Austria del 1819. Nel 1832 l'Austria occupò la Romagna e la Francia, nel febbraio successivo, si impadronì di Ancona.
Ferdinando II fu un sovrano complesso e controverso. Da un lato, si impegnò per il progresso economico e tecnologico del Regno, dall'altro, la sua reazione alle rivolte del 1848 lo rese un simbolo di repressione e autoritarismo. La sua morte nel 1859 aprì la strada all'unificazione italiana, che avrebbe portato alla fine del Regno delle Due Sicilie.