Fiume o morte. L'epica impresa di d'Annunzio e dei suoi uomini

Fiume o morte: l'epica impresa di d'Annunzio

Il 12 settembre 1919, Gabriele d'Annunzio, poeta e uomo di guerra, guidò un gruppo di arditi legionari nell'occupazione della città di Fiume, oggi Rijeka, con l'obiettivo di annetterla all'Italia. Questo atto audace, che si basava sul motto "Fiume o morte", segnò l'inizio di un periodo di 16 mesi di dominio dannunziano sulla città.

Un'impresa controversa

L'occupazione di Fiume fu un evento controverso, che suscitò reazioni contrastanti in Italia e all'estero. D'Annunzio, con la sua carismatica personalità e il suo fascino, riuscì a conquistare il sostegno di molti italiani, che vedevano in lui un simbolo di nazionalismo e di rivincita dopo la "vittoria mutilata" della Prima Guerra Mondiale. Tuttavia, l'occupazione fu condannata dalle potenze vincitrici della guerra, che consideravano Fiume parte della Jugoslavia.

Un'esperienza unica

Il dominio di d'Annunzio su Fiume fu un'esperienza unica, caratterizzata da un'atmosfera di fervore nazionalistico e di sperimentazione artistica. D'Annunzio istituì un governo autonomo, la "Reggenza Italiana del Carnaro", e promosse una serie di riforme sociali e culturali. La città divenne un centro di attrazione per artisti, scrittori e intellettuali, che si lasciarono ispirare dalla figura di d'Annunzio e dal suo carisma.

La fine dell'impresa

L'occupazione di Fiume ebbe fine nel dicembre 1920, quando le truppe italiane, su ordine del governo, sgombrarono la città. D'Annunzio, che si era opposto con fermezza alla decisione del governo, fu costretto a lasciare Fiume. La sua impresa, pur essendo durata solo 16 mesi, ebbe un impatto significativo sulla storia d'Italia e sulla vita di Fiume.

Questo libro racconta l'epica impresa di d'Annunzio e dei suoi uomini, offrendo un'analisi dettagliata degli eventi che portarono all'occupazione di Fiume, delle motivazioni di d'Annunzio e dei suoi legionari, e delle conseguenze dell'occupazione sulla città e sull'Italia.