Una biografia che ripercorre la vita di Franco Basaglia, pioniere della riforma psichiatrica italiana, contestualizzandola nel fervente clima sociale e politico degli anni '60 e '70. Un'analisi approfondita del suo lavoro e del suo contributo all'emancipazione della società italiana.
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A trent'anni dalla sua scomparsa, la figura di Franco Basaglia, il suo lavoro rivoluzionario e la legge che portò alla chiusura dei manicomi continuano a suscitare un acceso dibattito. Questo libro, una biografia avvincente, ripercorre la vita di Basaglia, dall'antifascismo al dopoguerra, dall'università alla direzione degli ospedali psichiatrici di Gorizia e Trieste, collocandola nel contesto dei profondi cambiamenti che hanno trasformato la società e la cultura italiana nel tumultuoso ventennio 1960-1980.
Gli anni '60 e '70 furono un'epoca di grandi lotte operaie e studentesche, ma anche di attentati terroristici e stragi. In questo contesto di fermento sociale e politico, Basaglia si unì a un gruppo di giovani psichiatri per realizzare una riforma radicale dell'istituzione manicomiale. Denunciando l'orrore della segregazione, dei metodi coercitivi e dei presunti sistemi di cura come l'elettroshock, Basaglia si ispirò a principi di umanità e al riconoscimento dei diritti del malato, della sua libertà e della sua appartenenza alla società civile.
L'obiettivo di questo libro è quello di riconnettere la figura di Basaglia alla cultura e alla politica del suo tempo, mostrando il valore della sua battaglia nel cammino di emancipazione della società italiana. Attraverso un'analisi approfondita della sua vita e del suo lavoro, il libro offre una nuova prospettiva sulla figura di Basaglia e sul suo contributo alla storia della psichiatria e della società italiana.
Questo libro è una lettura essenziale per chiunque sia interessato alla storia della psichiatria, alla storia sociale italiana e alla battaglia per i diritti umani.