"Fuorimoda!" di Matteo Ward analizza l'insostenibilità del sistema moda contemporaneo e propone soluzioni per un futuro più responsabile. Un invito a consumare in modo consapevole e a dare valore a ciò che indossiamo, per un'industria più rispettosa dell'ambiente e dei diritti dei lavoratori.
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In un mondo in cui la moda è diventata un'industria frenetica e spesso insostenibile, "Fuorimoda! Storie e proposte per restituire valore a ciò che indossiamo" di Matteo Ward offre una prospettiva critica e costruttiva sul sistema moda contemporaneo. Partendo dalla domanda cruciale su come dare un senso a un'industria che produce oltre cento miliardi di capi all'anno, spesso a discapito dell'ambiente e dei diritti dei lavoratori, Ward ci guida in un'esplorazione delle dinamiche che alimentano questo sistema.
Il libro ripercorre la storia della moda, dalle origini con il Re Sole che inventò le "stagioni" per incentivare il consumo, fino al tragico crollo del Rana Plaza in Bangladesh, simbolo delle conseguenze devastanti di una produzione a basso costo. Ward analizza i quattro pilastri su cui si basa l'insostenibilità del sistema moda e propone soluzioni concrete per un cambiamento positivo.
L'autore invita i lettori a riflettere sul valore che attribuiamo ai nostri vestiti, paragonandolo a quello del cibo. Acquistare solo ciò che ci serve, consumare meno e meglio, scegliere con consapevolezza e pretendere maggiore trasparenza sono solo alcune delle azioni che possiamo intraprendere come consumatori e cittadini responsabili.
"Fuorimoda!" è un invito a ripensare il nostro rapporto con la moda, a riscoprirne la bellezza e a comprendere che una moda responsabile non è un'opzione per pochi, ma una necessità per tutti. Ward si rivolge sia a chi acquista, sia a chi crea i vestiti, nella speranza di catalizzare un processo di cambiamento che restituisca al fashion design il potere di preservare la varietà del mondo.
Parole chiave: moda sostenibile, consumo consapevole, responsabilità sociale, industria tessile, ambiente, diritti dei lavoratori, cambiamento, futuro della moda, Matteo Ward, De Agostini.