Gaza, la scorta mediatica. Come la grande stampa ha accompagnato il massacro. E perché me ne sono chiamato fuori

Un atto d'accusa contro il silenzio mediatico sulla strage di Gaza

"Gaza, la scorta mediatica come la grande stampa ha accompagnato il massacro, e perché me ne sono chiamato fuori" è un libro coraggioso e necessario di Raffaele Oriani, storico collaboratore del Venerdì di Repubblica. L'autore, di fronte all'orrore del massacro avvenuto a Gaza a partire dal 7 ottobre 2023, sceglie di dimettersi per non avallare con il proprio silenzio una narrazione parziale e distorta della realtà.

La scelta di dimettersi e la rottura del muro di omertà

La lettera di dimissioni di Oriani ha avuto un'enorme risonanza sui social media, diventando un simbolo di ribellione contro l'omertà e la disinformazione. In questo libro, l'autore ripercorre le tappe del suo percorso interiore, spiegando le ragioni che lo hanno portato a prendere questa decisione sofferta ma inevitabile.

Un'analisi lucida e impietosa del ruolo dei media

Oriani mette nero su bianco le responsabilità della grande stampa, accusata di aver taciuto di fronte a un vero e proprio genocidio. Il libro è un'analisi lucida e impietosa del ruolo dei media nel conflitto israelo-palestinese, un atto d'accusa contro chi ha scelto di non vedere e di non denunciare l'orrore.

Un libro per non dimenticare e per non tacere

"Gaza, la scorta mediatica come la grande stampa ha accompagnato il massacro, e perché me ne sono chiamato fuori" è un libro che scuote le coscienze e invita alla riflessione. Un libro per non dimenticare le vittime innocenti di Gaza e per non tacere di fronte all'ingiustizia e alla violenza.

Temi chiave del libro:

• Il massacro di Gaza e la reazione internazionale
• Il ruolo dei media e la disinformazione
• La responsabilità individuale e la scelta di non tacere
• L'importanza della memoria e della verità

Questo libro è una lettura essenziale per chiunque voglia comprendere a fondo la complessità del conflitto israelo-palestinese e il ruolo dei media nella sua narrazione. È un invito a non chiudere gli occhi di fronte all'orrore e a non rinunciare mai alla ricerca della verità.