Un'analisi critica del ruolo degli intellettuali italiani durante il sequestro Moro, firmata da Giampiero Mughini. Un'indagine lucida e spietata sulle responsabilità morali di una classe dirigente che non seppe difendere i valori della democrazia e della libertà.
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Nel 1978, l'Italia fu sconvolta dal rapimento e dall'uccisione di Aldo Moro, uno degli eventi più tragici e controversi della storia repubblicana. In quegli stessi giorni concitati, un altro dramma si consumò: quello del silenzio, dell'indifferenza, o peggio, della giustificazione ideologica di una parte consistente dell'intellighenzia italiana. Giampiero Mughini, con la sua consueta prosa tagliente e senza sconti, ripercorre quei giorni bui, analizzando il ruolo ambiguo e spesso complice di intellettuali, giornalisti e opinionisti di fronte alla barbarie brigatista.
Mughini non si limita a rievocare i fatti, ma scava a fondo nelle motivazioni, nelle paure, nelle convenienze che spinsero molti intellettuali a giustificare o minimizzare la violenza delle Brigate Rosse. Un'analisi impietosa delle responsabilità morali di una classe dirigente che, accecata dall'ideologia, non seppe o non volle difendere i valori della democrazia e della libertà.
Gli intellettuali e il caso Moro è un libro necessario per capire le radici profonde del nostro presente. Un monito a non dimenticare gli errori del passato e a vigilare costantemente sulla tenuta dei valori democratici. Un'opera che invita alla riflessione e al dibattito, senza cedere alla retorica e alle facili assoluzioni.
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