Hold That Tiger

Hold That Tiger: Un concerto esplosivo di Sonic Youth

Nel 1987, quattro mesi dopo l'uscita del loro acclamato album Sister, i Sonic Youth hanno presentato il loro lavoro più recente in un set esplosivo al Cabaret Metro di Chicago. Il concerto, introdotto da Steve Albini dei Big Black (che all'epoca era bandito dal locale), è stato successivamente pubblicato come bootleg semi-ufficiale con il titolo Hold That Tiger.

Un'esperienza sonora potente

In Hold That Tiger, i Sonic Youth sono una forza potente, spigolosa e piena di fiducia, alternando momenti di grande intensità a momenti di meditazione. Sister e il suo predecessore EVOL hanno introdotto una dimensione onirica e ariosa nel suono turbolento e cupo della band, un'evoluzione stilistica che sembra cristallizzarsi in Hold That Tiger. Il basso sinuoso e sontuoso di Kim Gordon e la batteria propulsiva e ricca di tom di Steve Shelley forniscono il groove di base per le feroci scariche di noise-guitar crunch di Thurston Moore e Lee Ranaldo.

Un'alchimia unica

Nel 1987, la band stava già articolando con sicurezza il suo duplice lessico di dissonanza punk-noir e calligrafia sonora superna e psichedelica, piegando il suo groviglio irruento e da strada in animali di palloncino di canzoni sbalorditive e bellissime. Questa collisione di splendore e caos sarebbe diventata un segno distintivo dell'alchimia unica del gruppo e avrebbe fornito un modello per l'underground americano post-SST che avrebbero contribuito a inventare e, in definitiva, a nutrire.

Un'istantanea di un gruppo al culmine del suo potere

In effetti, non è un'esagerazione suggerire che l'album è per i primi album di SY quello che It's Alive è per i primi tre album dei Ramones: un'istantanea pubblica selvaggia e liberatoria di un gruppo in fase di fioritura imperiale. In effetti, Hold That Tiger è il suono di un gruppo al culmine del suo potere, che presenta nuove canzoni insieme a una manciata di canzoni più vecchie con il tipo di entusiasmo selvaggio e catartico comune agli album dal vivo più venerati del rock 'n' roll. Senza togliere nulla a Sister, innegabilmente uno dei primi veri capolavori dell'indie rock, è ragionevole che molti fan preferiscano le versioni dal vivo ascoltate in Hold That Tiger rispetto alle loro controparti in studio.

Tracklist

• Intro
• Schizophrenia
• Tom Violence
• White Cross
• Kotton Krown
• Stereo Sanctity
• Brother James
• Pipeline/Kill Time
• Catholic Block
• Tuff Gnarl
• Death Valley '69
• Beauty Lies in the Eye
• Expressway to Yr. Skull
• Pacific Coast Highway
• Loudmouth
• I Don't Want to Walk Around with You
• Today Your Love, Tomorrow the World
• Beat on the Brat