I miei giorni nel Caucaso

Un viaggio nel passato: la vita in Azerbaigian all'inizio del Novecento

"I miei giorni nel Caucaso" è il diario di infanzia e adolescenza di Banine, una giovane musulmana di Baku con un forte desiderio di vivere all'occidentale. Il libro ci trasporta in un mondo scomparso, ricco di contrasti e di fascino, dove la vita quotidiana si svolgeva tra la polvere e il lezzo del petrolio lungo le rive del Mar Caspio.

Una famiglia ricca e stravagante

Banine nasce in una famiglia scandalosamente ricca, il cui capostipite, Assadullah, da contadino divenne milionario grazie al petrolio scoperto nel suo campo. La famiglia è però anche stravagante e popolata da personaggi bizzarri, con un'intensa vita sociale e un'atmosfera spesso caotica.

Tra tradizioni e modernità

La vita di Banine è scandita da tradizioni secolari, come i matrimoni combinati tra parenti, ma anche da un'apertura verso la modernità, con l'influenza della cultura occidentale che inizia a farsi sentire. La giovane protagonista è profondamente bisognosa d'affetto e si innamora con passione di luoghi, persone e situazioni.

Un'epoca di transizione

Il libro offre uno sguardo sul Caucaso, in particolare sull'Azerbaigian, nei primi del Novecento, in un'epoca di transizione che ha cambiato per sempre la vita delle genti del luogo. La scoperta dei giacimenti petroliferi ha portato ricchezza e progresso, ma anche un'accelerata emancipazione dei musulmani, con un'improvvisa apertura verso la modernità e un distacco dalle tradizioni del passato.

Un racconto divertente e irriverente

Con toni irresistibili venati di una nostalgia dolceamara, Banine ci prende per mano e ci trasporta nel suo passato, mostrandoci gioie e dolori della sua vita precedente. Il libro è divertente e irriverente, con un'autrice che non abbandona mai il senso dell'umorismo, offrendo un ritratto vivido e autentico di un'epoca e di un mondo che non esistono più.