Un'analisi critica sul concetto di "nativi digitali", che smantella il mito di una competenza innata nelle nuove generazioni. Il libro evidenzia l'importanza della Media Education per un uso consapevole, creativo e responsabile dei media digitali, offrendo strumenti per genitori, educatori e professionisti del settore.
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Il libro "I nativi digitali non esistono" di Cosimo Di Bari, edito da Uppa Edizioni, offre una riflessione approfondita e critica sul concetto di "nativi digitali". Lungi dal demonizzare o esaltare l'uso dei media digitali da parte dei bambini e dei ragazzi, l'autore propone un approccio equilibrato e consapevole, basato sui principi della Media Education.
L'opera smantella il falso mito secondo cui le nuove generazioni sarebbero automaticamente competenti nell'uso delle tecnologie digitali solo per il fatto di essere nate in un'era caratterizzata dalla loro presenza. Di Bari sottolinea come la vera differenza risieda nelle modalità, nelle strategie e nelle finalità con cui questi strumenti vengono utilizzati.
Il libro evidenzia come l'educazione ai media, o Media Education, sia fondamentale per valorizzare le potenzialità educative, creative e formative dei media digitali, riducendone al contempo i rischi. Non esistono media intrinsecamente educativi o diseducativi, ma esiste un approccio educativo che permette di costruire, insieme a bambini e ragazzi, una "dieta mediale sana".
"I nativi digitali non esistono" si rivolge a genitori, educatori, insegnanti e professionisti del settore che desiderano comprendere meglio le dinamiche del rapporto tra media e infanzia. Il libro offre strumenti e spunti di riflessione per promuovere un uso consapevole, creativo e responsabile dei media digitali, aiutando bambini e ragazzi a sviluppare un pensiero critico e una cittadinanza digitale attiva.
Parole chiave: nativi digitali, media education, educazione digitale, genitorialità, infanzia, adolescenza, social media, tecnologie digitali, uso consapevole, pensiero critico, cittadinanza digitale.