Il canto del profeta

Un thriller distopico che ti terrà incollato alle pagine

Eilish Stack è una microbiologa che vive a Dublino con suo marito Larry, insegnante e sindacalista, e i loro quattro figli. Una notte piovosa, due agenti dell'Ufficio Servizi Nazionali della Garda (USNG) bussano alla loro porta, chiedendo di Larry. Eilish è subito preoccupata, perché l'Irlanda contemporanea in cui vive è governata da un partito di estrema destra con leggi draconiane.

Il romanzo di Paul Lynch, vincitore del Booker Prize 2023, ci immerge in un'atmosfera claustrofobica e ci mostra come Eilish si ritrovi sola a dover proteggere la sua famiglia. La tentazione di paragonare il libro a classici della distopia come "1984" di George Orwell e "Il racconto dell'ancella" di Margaret Atwood è forte, ma "Il canto del profeta" non è una semplice distopia. È la cronaca di un disastro sociale e politico che si sta ripetendo in molti stati del mondo.

Un avvertimento politico

Lynch ci presenta un'Irlanda in cui il governo sta introducendo limitazioni al libero esercizio dei diritti civili in nome della sicurezza. Le voci di dissenso vengono represse, la stampa è connivente e chi si dissocia viene ostracizzato. Larry viene arrestato e inghiottito dal sistema carcerario, senza che Eilish riesca a capire il motivo.

Il malcontento cresce, i dissidenti si organizzano in manifestazioni che vengono represse con la violenza, la leva obbligatoria viene reintrodotta e chi può scappa all'estero. Il romanzo ci ricorda quanto siano fragili le nostre libertà e quanto sia facile, anche per una democrazia occidentale, precipitare nella barbarie.

"Il canto del profeta" è un thriller avvincente e attuale, che ci invita a riflettere sul futuro della nostra società.