Un'indagine storica avvincente ambientata nella Napoli del Settecento, dove un miracolo inaspettato mette in discussione i confini tra fede e scienza. La guarigione miracolosa di un novizio diventa il pretesto per un'analisi approfondita del rapporto tra immaginazione e realtà, tra sacro e profano.
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Immergiti nella Napoli del 1752, dove sacro e profano si intrecciano in un intricato gioco di fede e scienza. Un giovane novizio, Carlo de Vivis, si risveglia miracolosamente dopo essere stato dato per spacciato. Un sogno rivelatore, una guarigione inaspettata e un santo, Francesco Caracciolo, diventano il fulcro di un'indagine che sfida i confini tra ciò che è naturale e ciò che è soprannaturale.
La guarigione di Carlo de Vivis non passa inosservata. L'autorità apostolica, guidata dalla prudenza e dalla necessità di discernere il vero dal falso, avvia un'indagine rigorosa. Il miracolo è autentico o frutto dell'immaginazione fervida del fraticello? La risposta si cela tra le pieghe dei verbali dei processi per la beatificazione e canonizzazione del Caracciolo, documenti inediti che svelano un'epoca in bilico tra fede e ragione.
Stefano Daniele, attraverso un'analisi scrupolosa delle fonti storiche, ci conduce in un'indagine affascinante sui confini tra scienza e fede nella Napoli del Settecento. Un'opera che stimola la riflessione e invita a interrogarsi sulla natura del miracolo e sul potere dell'immaginazione.
Parole chiave: Napoli, Settecento, miracolo, fede, scienza, Francesco Caracciolo, immaginazione, storia moderna, Società editrice Il Mulino.