Un viaggio culinario attraverso il mondo del cibo ebraico, tra storia, tradizioni, sapori e umorismo. Un omaggio alla memoria e all'accettazione dell'Altro, un antidoto slow all'intolleranza e al ritmo frenetico della vita moderna.
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In "Il conto dell'ultima cena", Moni Ovadia ci accompagna in un viaggio affascinante attraverso il mondo del cibo ebraico, svelandoci un universo ricco di storia, tradizioni, sapori e umorismo. Tra Vecchio e Nuovo Testamento, regole kasher, insegnamenti rabbinici, storielle ebraiche e ricette che custodiscono un antico sapere, Ovadia ci guida alla ricerca di un'etica del cibo, un'etica che si fonda sul rispetto per la memoria, l'accettazione dell'Altro e la consapevolezza del valore del tempo.
Il libro è un omaggio alla memoria e all'accettazione dell'Altro, un antidoto slow all'intolleranza e al ritmo frenetico della vita moderna. Ovadia ci invita a riscoprire il valore della lentezza, del gusto, della condivisione e della convivialità, valori che si ritrovano nella tradizione ebraica del cibo.
Attraverso aneddoti divertenti e illuminanti, Ovadia ci racconta la storia del cibo ebraico, dalla manna del deserto, il cosiddetto "pane degli angeli", fino a Pesakh, la Pasqua, dove un Gesù ebreo mangia agnello, pane azzimo, erbe amare e dessert. Ci accompagna in un viaggio tra falafel, molokheya, hommus e altre leccornie, tra antiche osterie e contaminazioni culinarie, e una musica che accompagna l'ospite a tavola, con l'ironia tipica dell'ebreo errante.
Un viaggio che guarda al cielo con il gusto della terra, un viaggio che ci invita a riscoprire il valore del cibo come strumento di cultura, di identità e di incontro.