Un saggio che smaschera la retorica dei diritti universali, svelando come la modernità abbia sostituito vecchie divinità con nuove liturgie. Un invito a riscoprire la sovranità autentica, radicata nella responsabilità e nell'autonomia individuale.
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In un'epoca in cui i templi hanno ceduto il passo ai tribunali e le preghiere si sono trasformate in rivendicazioni, Fabrizio Sciacca ci invita a riflettere sul nuovo pantheon della modernità. In "Il mito dei diritti", l'autore svela come concetti sacri come universalità, uguaglianza e inclusione siano diventati le nuove divinità di un Occidente in crisi d'identità.
Attraverso un'analisi acuta e provocatoria, Sciacca smonta la retorica dei diritti universali, smascherando la mitologia politica che li sottende. Dietro la facciata di nobili ideali, si celano interessi protetti e la fabbricazione di individui docili, pronti a sacrificare la propria autonomia sull'altare dell'obbedienza.
Sciacca ci guida in un viaggio illuminante attraverso la filosofia e la storia, mettendo in discussione le narrazioni dominanti e invitandoci a strappare il velo ideologico che offusca la nostra comprensione della realtà. Con uno stile incisivo e argomentazioni rigorose, l'autore ci spinge a interrogarci sul significato autentico della sovranità, radicata nella proprietà, nella responsabilità e nell'autonomia individuale.
"Il mito dei diritti" non è solo un'analisi critica della modernità, ma anche un invito all'azione. Sciacca ci esorta a non credere alle promesse di salvezza istituzionali, a riscoprire il valore della libertà autentica e a riappropriarci del nostro destino. Un libro imprescindibile per chiunque voglia comprendere le sfide del nostro tempo e costruire un futuro di autentica sovranità.