Un barone torna in Ungheria dopo anni di esilio, portando con sé speranze e misteri. Un professore si ritira in eremitaggio. Un romanzo visionario sull'assurdità del presente e sulla precarietà della società ungherese, tra aspettative e disillusione.
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Immergiti nelle atmosfere cupe e grottesche de "Il ritorno del barone Wenckheim", un capolavoro letterario di László Krasznahorkai, pubblicato da Bompiani. Questo romanzo, avvolgente e ricco di simbolismi, esplora le contraddizioni e le assurdità della società ungherese contemporanea attraverso il ritorno enigmatico del barone Béla Wenckheim nel suo paese natale.
Il barone Wenckheim, fuggito da Buenos Aires a causa dei debiti di gioco, torna in Ungheria con la speranza di ritrovare il suo amore giovanile, Marietta. La sua figura, pallida e imponente, si staglia sullo sfondo di una provincia impoverita e piena di pettegolezzi. Parallelamente, seguiamo il Professore, un eminente studioso di muschi e licheni, che abbandona la carriera accademica per ritirarsi in un eremitaggio, dedicandosi all'esenzione dal pensiero.
Il ritorno del barone suscita un'ondata di aspettative e speranze nella comunità locale, che lo vede come un messia in grado di portare ricchezza e prosperità. Tuttavia, presto emerge un interrogativo inquietante: cosa succederà se il barone non porterà la salvezza, ma un giudizio universale? Attraverso uno stile narrativo graffiante e visionario, Krasznahorkai ci conduce in un viaggio attraverso le pieghe oscure dell'animo umano e le dinamiche complesse di una società in crisi.
"Il ritorno del barone Wenckheim" è un romanzo che non mancherà di interrogarti e di sfidare le tue certezze, offrendoti uno sguardo profondo e spietato sulla realtà contemporanea. Un'opera imperdibile per chi ama la letteratura che scava nell'animo umano e che non ha paura di affrontare le domande più scomode.