Un'arringa celebre di Cicerone in cui l'oratore difende Marco Celio Rufo da accuse di violenza politica, demolendo la figura dell'accusatrice Clodia. Un'analisi profonda dell'eloquenza, del potere e della manipolazione della verità nell'antica Roma.
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Nell'aprile del 56 a.C., Marco Celio Rufo si trovò di fronte al tribunale, accusato di violenza politica e cospirazione contro lo stato. L'accusatrice principale era Clodia, una figura di spicco nell'alta società romana, mentre il suo difensore era Cicerone, all'apice della sua carriera e fama.
L'orazione "In difesa di Marco Celio" è una delle più celebri arringhe del grande oratore. Cicerone, invece di dimostrare l'innocenza del suo cliente, si concentra nel confutare e distorcere le accuse, demolendo la figura morale di Clodia, il testimone chiave dell'accusa.
L'arringa sfrutta ogni mezzo, ricorrendo a falsi e capziosi argomenti pur di ottenere l'assoluzione. Celio fu assolto e Clodia scomparve dalla scena pubblica romana, segnata per sempre dal ritratto impietoso tracciato da Cicerone. Ancora una volta, la parola dell'oratore si dimostrò più forte della verità.
Questo libro offre un'analisi approfondita dell'eloquenza e del potere persuasivo di Cicerone, esplorando le dinamiche politiche e sociali dell'antica Roma. Un'opera che invita a riflettere sulla natura della verità e sulla capacità della retorica di manipolarla.