Un'analisi delle rappresentazioni dell'Inferno nel Medioevo come strumento per orientare la società. Il libro esplora come le immagini dell'Inferno influenzassero i comportamenti e i valori del tempo, riflettendo gli ideali sociali e politici dell'epoca.
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Il libro "Inferni medievali: dipingere il mondo dei morti per orientare la società dei vivi" di Andrea Gamberini, edito da Viella, esplora le complesse e cruente rappresentazioni dell'Inferno nel periodo compreso tra il Trecento e il Quattrocento. Lungi dall'essere semplici ammonimenti, queste immagini, diffuse dai predicatori medievali, si rivelano strumenti per orientare la società dei vivi, influenzando comportamenti e valori.
Come evidenzia l'autore, la paura del castigo si dimostrava una leva più efficace della speranza del premio. L'Inferno, con le sue figure di peccatori e le loro punizioni, diventava un monito per i fedeli, spingendoli verso comportamenti virtuosi e ideali di convivenza civile.
Attraverso l'analisi delle scelte iconografiche di artisti e committenti, il libro svela come il tema dell'Inferno fosse utilizzato per esprimere ideali sociali e politici. Le comunità, i privati, le confraternite e gli ordini religiosi commissionavano opere che, attraverso la rappresentazione del mondo dei morti, riflettevano i valori e le aspirazioni della società del tempo.
"Inferni medievali" offre una prospettiva originale e affascinante sull'immaginario medievale e sul suo impatto sulla società. Ricco di riferimenti storici e artistici, il libro è un'ottima lettura per chiunque sia interessato a comprendere il Medioevo e le sue complesse dinamiche sociali e culturali.
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