Questo libro analizza il fenomeno del complottismo, esplorando le sue origini, i suoi meccanismi di diffusione e le sue conseguenze. L'autore invita a riflettere sul ruolo delle menzogne di Stato e sulla necessità di sviluppare un pensiero critico e indipendente.
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In un'epoca dominata da informazioni frammentate e spesso manipolate, il complottismo si diffonde come un virus, alimentato da social network e da una crescente sfiducia nelle istituzioni. L'industria del complottismo, come la definisce Matthieu Amiech nel suo libro, non è un fenomeno nuovo, ma ha trovato terreno fertile nell'era digitale, dove la disinformazione viaggia a velocità supersonica.
Amiech analizza il ruolo delle menzogne di Stato, che spesso contribuiscono a creare un clima di sfiducia e a favorire la diffusione di teorie complottiste. L'autore sostiene che le oligarchie al potere, attraverso la digitalizzazione totale e il controllo del vivente, stanno erodendo l'autonomia e le libertà individuali e collettive, mantenendo le persone in uno stato di paura e di incertezza.
Il libro invita a riflettere su una terza strada, che si pone al di là del conformismo acritico e della semplificazione delle teorie complottiste. Amiech ci ricorda che il potere non è un'entità monolitica, ma un sistema complesso e multiforme, che non può essere ridotto a trame occulte e a burattinai invisibili.
L'industria del complottismo è un libro che invita alla critica, alla responsabilità e alla ricerca della verità. In un mondo sempre più complesso e incerto, è fondamentale sviluppare un pensiero critico e indipendente, che non si lasci trasportare da facili semplificazioni e da narrazioni distorte.