Un rispettabile borghese olandese, in seguito a una truffa, uccide il suo datore di lavoro e intraprende una fuga disperata attraverso l'Europa, confrontandosi con la sua vera natura e la follia. Un classico di Simenon che esplora le profondità dell'animo umano.
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Immergiti nelle atmosfere cupe e psicologicamente intense de "L'uomo che guardava passare i treni", un capolavoro di Georges Simenon, pubblicato nella prestigiosa collana Gli Adelphi Vol. 27. Questo romanzo, un esempio sublime del talento narrativo di Simenon, esplora le profondità dell'animo umano, portando alla luce le fragilità e le ossessioni che si celano dietro la facciata della normalità.
Kees Popinga, un rispettabile borghese olandese, conduce una vita tranquilla e ordinaria. Impiegato scrupoloso e padre di famiglia esemplare, Popinga vede il suo mondo crollare quando scopre di essere stato truffato e ridotto sul lastrico. Questo evento traumatico lo spinge a compiere un gesto estremo, uccidendo il suo datore di lavoro. Inizia così una fuga disperata attraverso l'Europa, un viaggio allucinato che lo porterà a confrontarsi con la sua vera natura e con gli abissi della follia.
Simenon tratteggia un ritratto vivido e complesso di Kees Popinga, un uomo comune che si trasforma in un assassino in fuga. Attraverso i suoi occhi, il lettore è invitato a esplorare le zone d'ombra della psiche umana, a comprendere le motivazioni che lo spingono a compiere atti così estremi. Altri personaggi memorabili popolano il romanzo, arricchendo la trama e offrendo ulteriori spunti di riflessione.
L'ambientazione gioca un ruolo fondamentale nel romanzo. Le città grigie e piovose, le stazioni ferroviarie affollate, le strade anonime diventano lo sfondo ideale per la discesa agli inferi di Popinga. Simenon crea un'atmosfera cupa e claustrofobica, che riflette lo stato d'animo del protagonista e contribuisce a creare un senso di angoscia crescente.