"La guerra in casa" di Luca Rastello racconta le storie di persone comuni coinvolte nella guerra nella ex Jugoslavia, analizzando il suo impatto su di noi e denunciando il fallimento dell'ideologia umanitaria.
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"La guerra in casa" di Luca Rastello non è solo un racconto della guerra nella ex Jugoslavia, ma un'analisi profonda del suo impatto su di noi, spettatori distratti e vicini a un conflitto che sembrava lontano. Il libro, pubblicato nel 1998, è un'opera di grande attualità, che ci invita a riflettere sulle conseguenze delle guerre e sulla responsabilità che abbiamo nei confronti di chi ne è vittima.
Rastello ci porta dentro la guerra attraverso le storie di persone comuni, coinvolte in un conflitto che ha sconvolto le loro vite. Il cecchino, carnefice per eccellenza, che cerca di ricominciare a vivere in Italia. Izmet, prelevato dalla polizia di stato e massacrato solo perché musulmano. Sead ed Esad, fratelli nemici, che hanno visto l'orrore dei campi di sterminio. Queste storie ci mostrano la brutalità della guerra e il suo impatto devastante sulle persone.
L'autore non si limita a raccontare la guerra, ma la analizza in modo critico, denunciando il fallimento dell'ideologia umanitaria e la squallida epopea di generali e soldati delle Nazioni Unite. Ma ci mostra anche la solidarietà di persone comuni, che hanno accolto a Torino centinaia di profughi, dimostrando che l'umanità può resistere anche di fronte alla barbarie.
"La guerra in casa" è un libro che ci tocca nel profondo, perché ci fa riflettere sulla nostra responsabilità di fronte alla guerra e ci invita a non dimenticare le vittime. È un libro che ci ricorda che la guerra non è mai un gioco, ma una tragedia che lascia ferite profonde e durature.