"La natura delle cose" è un poema che espone la filosofia epicurea, un viaggio nell'universo e nella mente umana, che ci invita ad accettare le leggi della natura e a vivere una vita libera dalle paure e dai pregiudizi.
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"La natura delle cose" è un poema fondamentale della storia del pensiero, in cui Lucrezio, poeta romano del I secolo a.C., espone la filosofia epicurea. L'opera è una celebrazione della dottrina epicurea come filosofia liberatrice dell'uomo, un valido mezzo per confortare un'umanità turbata e incerta.
Il cardine dell'approccio di Lucrezio è la fisica atomistica democritea: il mondo in cui viviamo è il risultato dell'unione casuale di una parte degli infiniti atomi, da sempre in movimento nello spazio senza fine. Epicuro, a cui Lucrezio si ispira, aggiunse una variante rivoluzionaria al sistema democriteo: il clinamen, ossia la spontanea deviazione degli atomi dalla loro traiettoria rettilinea, una sorta di "libero arbitrio" ante litteram.
Anche il mondo degli dei esiste, ma vivendo eternamente beati negli spazi tra mondo e mondo, essi non hanno tempo né voglia di occuparsi di noi. Questa visione ci libera dalle paure più profonde: il timore della morte e della collera divina.
Lucrezio ci invita ad accettare le leggi della natura, a vivere in armonia con esse e a costruire un consorzio civile basato sulla solidarietà e l'amicizia. La sua opera è un messaggio di speranza e di serenità, un invito a vivere una vita libera dalle paure e dai pregiudizi.
"La natura delle cose" è un'opera di grande attualità, che continua a parlare al cuore e alla mente dell'uomo moderno. Le sue riflessioni sulla natura dell'universo, sulla vita e sulla morte, sulla felicità e sulla paura, sono ancora oggi attuali e stimolanti.