Questo libro analizza un caso di schizofrenia povera, esplorando la perdita dell'evidenza naturale, ovvero la perdita di quella condizione basale che ci permette di percepire il mondo come ovvio e scontato. L'autore, Wolfgang Blankenburg, si focalizza su un caso specifico, ponendo in evidenza il problema della definizione nosologica della schizofrenia stessa.
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"La perdita dell'evidenza naturale" è un'opera di Wolfgang Blankenburg che si addentra nel mondo della schizofrenia, esplorando un caso esemplare di schizofrenia povera, ovvero una forma di schizofrenia caratterizzata da una sintomatologia meno evidente e da un decorso meno grave rispetto alle forme più classiche.
Il libro si discosta dalla tradizione delle opere dedicate alla schizofrenia, che si concentrano sull'analisi di casi con sintomatologia ricca e decorsi che portano al delirio o all'autismo. Blankenburg, invece, si focalizza su un caso specifico, ponendo in evidenza il problema della definizione nosologica della schizofrenia stessa.
L'autore, attraverso un'analisi fenomenologica, esplora la perdita dell'evidenza naturale, ovvero la perdita di quella condizione basale che ci permette di percepire il mondo come ovvio e scontato. Questa perdita, secondo Blankenburg, è alla base della schizofrenia, minando la possibilità di costruire il mondo, di coesistere con gli altri e di avere una reale autonomia.
Il libro è un'opera di grande interesse per tutti coloro che si occupano di psicopatologia, ma anche per chiunque sia interessato a comprendere la complessità della mente umana e le sfide che essa affronta.
Wolfgang Blankenburg (1928-2002) è stato uno psichiatra e filosofo tedesco. Ha studiato filosofia con Heidegger, Szilasi e Fink, e medicina all'Università di Friburgo. La sua opera è stata influenzata da Husserl e dalla fenomenologia.
"La perdita dell'evidenza naturale" è un'opera che ha contribuito a cambiare il modo di pensare alla schizofrenia, aprendo nuove prospettive per la sua comprensione e il suo trattamento.