Un reportage di Alberto Moravia sulla Cina durante la Rivoluzione Culturale. Un'analisi penetrante della società cinese, tra uniformità e culto del leader, in contrasto con l'Occidente. Un'opera ancora attuale, che unisce giornalismo e narrazione.
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Immergiti nell'affascinante reportage di Alberto Moravia, "La rivoluzione culturale in Cina, ovvero il convitato di pietra", un'analisi penetrante della Cina durante la Rivoluzione Culturale. Nel 1967, accompagnato da Dacia Maraini, Moravia intraprende un viaggio attraverso l'Estremo Oriente, toccando Cina, Giappone e Corea. Le sue corrispondenze dalla Cina, pubblicate sul "Corriere della Sera", offrono uno sguardo unico su un paese in trasformazione.
A distanza di trent'anni dalla sua prima visita, Moravia osserva un gigante asiatico profondamente cambiato, un laboratorio sociale in pieno fermento. È colpito dalla ricerca ossessiva dell'uniformità nella società cinese, dall'abbigliamento alla religione, e dal culto appassionato per il grande Timoniere, Mao Zedong.
Questo scenario contrasta nettamente con la società occidentale del benessere, che Moravia critica aspramente. Mentre l'Occidente si crogiola nel consumismo, in Cina si pongono le basi per un eccezionale sviluppo futuro.
Questo reportage, arricchito dalle fotografie di Dacia Maraini, mantiene intatto il suo interesse e la sua rilevanza. Unisce l'analisi lucida del giornalista alla scrittura affascinante del narratore, offrendo una prospettiva unica sulla Cina di ieri e di oggi.