Un'analisi raffinata della letteratura italiana attraverso il simbolo della rosa, esplorando l'evoluzione della bellezza muliebre da Lorenzo de Medici a Marino. Un saggio che combina tematologia e strutturalismo, offrendo una prospettiva unica e affascinante.
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"La rosa in mano al professore" di Giovanni Pozzi è un'esplorazione raffinata e minuziosa dei secoli centrali della letteratura italiana, guidata dall'immagine emblematica di Francesco De Sanctis, ritratto da Giacomo Debenedetti con una rosa in mano. Questo simbolo della bellezza muliebre, che attraversa l'umanesimo, il barocco e le opere di Lorenzo, Poliziano, Ariosto, Tasso e Marino, diviene il fulcro di un'analisi che combina tematologia e strutturalismo.
Giovanni Pozzi, partendo dallo spunto di Debenedetti, costruisce un ampio dossier di testi, esaminandoli con una precisione che rivela categorie inedite. La ripubblicazione di questo saggio, originariamente uscito nel 1974, segna l'inizio della stagione saggistica matura di Pozzi, distinguendosi per la qualità stilistica della prosa e per l'innovativo approccio analitico.
Quest'opera può essere definita un vero e proprio "erbario", in cui la pietas del filologo ricompone i petali delle rose sfiorite della nostra letteratura. È qui che Pozzi sperimenta per la prima volta il metodo che adotterà nei successivi studi sui topoi letterari, offrendo al lettore una prospettiva unica e affascinante.
"La rosa in mano al professore" è un'opera imprescindibile per gli amanti della letteratura italiana e per chiunque desideri approfondire la conoscenza dei suoi simboli e delle sue figure chiave.