La strage di Bologna. Bellini, i Nar, i mandanti e un perdono tradito

La strage di Bologna: un'indagine che svela nuovi dettagli

Il libro "La strage di Bologna: Bellini, i Nar, i mandanti e un perdono tradito" di Paolo Morando, giornalista trentino, ripercorre la storia della strage del 2 agosto 1980, uno dei momenti più bui della storia italiana. La narrazione si concentra sulla figura di Paolo Bellini, condannato all'ergastolo come quinto esecutore della strage, insieme a Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Gilberto Cavallini e Luigi Ciavardini.

Un'indagine che va oltre i colpevoli diretti

Morando non si limita a raccontare la storia dei Nar, ma approfondisce il ruolo dei mandanti e degli organizzatori della strage. Il libro svela nuovi dettagli su Licio Gelli e Umberto Ortolani, vertici della P2, indicati come mandanti-finanziatori, e su Federico Umberto D'Amato, ex prefetto a capo dell'Ufficio Affari riservati del ministero dell'Interno, indicato come mandante-organizzatore. Viene inoltre analizzato il ruolo del giornalista Mario Tedeschi, direttore del settimanale "Il Borghese", accusato di aver coadiuvato D'Amato nella gestione mediatica dell'evento strage.

Un perdono tradito

Il libro racconta anche la storia di Anna Di Vittorio, che perse il fratello Mauro nella strage. Anna e suo marito, Gian Carlo Calidori, scrissero una lettera di perdono a Francesca Mambro, che le consentì di ottenere la libertà. Tuttavia, il fronte innocentista iniziò a sostenere che Mauro Di Vittorio fosse stato coinvolto nella strage, un'ipotesi che fu accolta da Mambro e Fioravanti. La vicenda rientra, anche per via giudiziaria, ma permette di fare il punto sulla storia processuale e sulle novità emerse dalle sentenze su Gilberto Cavallini e Paolo Bellini.

"La strage di Bologna: Bellini, i Nar, i mandanti e un perdono tradito" è un libro che offre una nuova prospettiva sulla strage di Bologna, svelando nuovi dettagli e riaprendo il dibattito su uno dei capitoli più controversi della storia italiana.