Un'indagine sui miti della geografia che plasmano la nostra visione del mondo. Paul Richardson smantella le convinzioni radicate, rivelando come le mappe siano riflessi delle nostre paure, pregiudizi e ideologie, invitandoci a una visione più critica della realtà geopolitica.
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Da secoli, la geografia è considerata la chiave per comprendere l'ascesa e la caduta delle civiltà, l'ordine mondiale e il futuro della geopolitica. Paul Richardson, in "Le bugie delle mappe", smantella questa convinzione radicata, rivelando come le mappe non siano rappresentazioni oggettive del mondo, ma piuttosto riflessi delle nostre paure, pregiudizi e ideologie.
L'autore ci guida in un'affascinante indagine attraverso lo spazio e il tempo, smascherando le favole che l'Occidente si racconta da sempre. Continenti, confini e nazioni sono strumenti creati per dare un'illusione di ordine al caos. Richardson mette in crisi dogmi del presente, come il PIL come misura del benessere, il mito della sovranità statale, l'ascesa della Cina, l'imperialismo russo e la visione dell'Africa come terra da salvare.
Attraverso esempi concreti, dal Vallo di Adriano al confine tra Stati Uniti e Messico, dal Sahara orientale ai ghiacciai dell'Antartide, dalla Via della seta ai castelli etiopi, Richardson svela i paradossi e le trappole mentali di cui siamo vittime. Ci invita a riconoscere e liberarci dalle false credenze per affrontare le vere sfide del nostro tempo: ingiustizie, divisioni e catastrofi ambientali.
"Le bugie delle mappe" è un libro illuminante che ci invita a guardare il mondo con occhi nuovi, liberandoci dalle catene delle false credenze geografiche. Un'opera essenziale per chi desidera comprendere le dinamiche del potere e le sfide del futuro.