"Le ceneri di Gramsci" di Pier Paolo Pasolini: una raccolta di poemetti che esplora l'eredità del marxismo, il rapporto tra intellettuali e popolo, e le contraddizioni della società italiana. Un classico della poesia italiana, ricco di spunti di riflessione e di un linguaggio poetico innovativo.
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"Le ceneri di Gramsci", pubblicato nel 1957, rappresenta una pietra miliare nella produzione poetica di Pier Paolo Pasolini e un'opera fondamentale nel panorama culturale italiano del dopoguerra. Questa raccolta di undici poemetti, in gran parte già editi su rivista tra il 1951 e il 1956, irruppe in un contesto storico segnato dalla crisi della sinistra italiana, scossa dalla destalinizzazione e dai fatti d'Ungheria.
Il libro suscitò un ampio dibattito tra i critici e riscosse un successo di vendite inaspettato per un'opera poetica, grazie alla sua forte attualità politica e civile. Pasolini, con uno sguardo lucido e partecipe, affronta temi cruciali come l'eredità del marxismo, il rapporto tra intellettuali e popolo, le contraddizioni della società italiana e la ricerca di un'identità culturale autentica.
"Le ceneri di Gramsci" si rivela un antidoto contro gli opposti moralismi che all'epoca polarizzarono il dibattito culturale, offrendo al lettore contemporaneo una prospettiva critica e disincantata sulla realtà. L'opera può essere interpretata come un manifesto di un'idea di letteratura che si fa strumento di conoscenza e trasformazione, capace di "far parlare le cose" e di fecondare il corpo della realtà.
Questa edizione di Garzanti, arricchita dalla prefazione di Giuseppe Leonelli, offre al lettore un'occasione imperdibile per riscoprire un classico della poesia italiana e per confrontarsi con il pensiero di uno dei più grandi intellettuali del Novecento.