Un intreccio di storia politica e memorie personali attraverso un secolo di storia russa, partendo dai ricordi della bisnonna Etlja Jackubson, la narrazione si focalizza sulla famiglia Scherbakov, una famiglia ebraica di origini ucraine che, dal 1924 al 1945, visse in due stanze del celebre Hotel Lux, l'albergo del Comintern situato a due passi dal Cremlino.
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"Le mani di mio padre. Una storia di famiglia russa" di Irina Scherbakova è un'opera intensa e toccante che intreccia storia politica e memorie personali. La storica e germanista ci guida in un viaggio attraverso un secolo di storia russa, partendo dai ricordi della sua bisnonna Etlja Jackubson, testimone della rivoluzione bolscevica di Lenin, delle purghe staliniane e delle guerre dell'era di Putin.
La narrazione si focalizza sulla famiglia Scherbakov, una famiglia ebraica di origini ucraine che, dal 1924 al 1945, visse in due stanze del celebre Hotel Lux, l'albergo del Comintern situato a due passi dal Cremlino. Questo punto di vista privilegiato offre uno sguardo unico e intimo sulle tumultuose vicende politiche e sociali che hanno plasmato la Russia del XX secolo.
Scherbakova riesce a far rivivere al lettore le atmosfere e le tensioni di un'epoca complessa, attraverso la lente delle esperienze personali della sua famiglia. Il libro è un affresco vivido e coinvolgente, che combina rigore storico e sensibilità narrativa, offrendo una prospettiva originale e profondamente umana sulla storia russa.
Parole chiave: storia russa, autobiografia, famiglia ebraica, Hotel Lux, Irina Scherbakova, Mimesis, Novecento, Comintern, Stalin, Putin, rivoluzione bolscevica.