Il libro di Ildegarda di Bingen esplora il mondo naturale, offrendo una profonda conoscenza delle piante, degli animali e dei minerali. Un'opera che unisce la scienza alla spiritualità, mostrando come ogni creatura abbia un ruolo importante nel benessere dell'uomo.
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Ildegarda di Bingen (1098-1179), benedettina tedesca, è nota per la sua opera mistica e filosofica, le visioni che le valsero la santità e le sue composizioni musicali. Ma la sua curiosità intellettuale la spinse ad esplorare anche altri campi del sapere, tra cui la medicina e la scienza naturale. Il Libro delle creature è uno dei frutti di questa sua esperienza.
Strutturato come un'enciclopedia, il libro passa in rassegna il mondo vegetale, animale e minerale, offrendo una sorprendente conoscenza della natura. Ildegarda vede il creato come un insieme di quattro elementi (terra, acqua, aria e fuoco) e di umori, e crede che l'uomo e tutte le creature, animate e inanimate, condividano l'essere creature di Dio.
Secondo Ildegarda, Dio ha raffigurato tutte le sue opere nella forma dell'uomo, creando un microcosmo dotato di anima. L'uomo riflette nelle creature un po' di sé, delle sue caratteristiche fisiche e anche dei suoi sentimenti.
Ma il Libro delle creature non è solo un'opera di classificazione e studio. Le creature non sono solo oggetti da conoscere, ma veri e propri concentrati di principi e sostanze che servono all'uomo per curarsi e nutrirsi. Il libro è un immenso ricettario dove ogni elemento, dalla pianta più sconosciuta all'animale più feroce, dal metallo più nascosto alle acque del fiume più impetuoso, ha la sua utilità per il benessere dell'uomo.
Dopo le sublimi visioni mistiche, Ildegarda sembra ricordarci che anche il corpo, e non solo l'anima, vuole la sua parte.
Questa edizione del Libro delle creature è a cura di Antonella Campanini.