Lo spettatore emancipato

Lo spettatore emancipato: un viaggio nell'arte e nella politica

In "Lo spettatore emancipato", Jacques Rancière ci invita a riflettere sul ruolo dello spettatore nell'arte e nella società. L'autore sostiene che l'emancipazione dello spettatore, di ognuno di noi come spettatore, consiste nel potere di associare e dissociare, di connettere ciò che vediamo con quello che abbiamo visto, detto, fatto e sognato. Essere spettatore non è una condizione passiva, ma una condizione normale, un'azione che legittima o trasforma il sistema di posizioni.

Un'analisi critica del rapporto tra arte e politica

Rancière analizza criticamente il rapporto tra arte e politica, mostrando come la logica del pedagogo dell'istupidimento, la logica della trasmissione diretta e uniforme, tenda a ridurre lo spettatore a un mero ricevente passivo. L'artista, secondo Rancière, non dovrebbe dare per scontato che ciò che verrà percepito, sentito e capito dallo spettatore sia ciò che lui ha messo nella sua opera. L'emancipazione dello spettatore, invece, consiste nel liberarsi da questa logica e nel diventare un soggetto attivo, capace di interpretare e rielaborare l'opera d'arte in modo autonomo.

Un'analisi del ruolo dello spettatore nel corso del tempo

Il libro analizza il ruolo dello spettatore nel corso del tempo, a partire dall'inizio del XX secolo, mostrando come lo spettatore si sia emancipato dalla passività alla quale è stato costretto da sempre, per occupare finalmente un ruolo attivo. In taluni casi, da fruitore è divenuto partecipe alla creazione dell'opera con un conseguente annullamento del concetto di autorialità.

Un'opera fondamentale per comprendere il pensiero di Rancière

"Lo spettatore emancipato" è un testo fondamentale per comprendere il pensiero di Jacques Rancière, uno dei più importanti filosofi contemporanei. Il libro è ricco di spunti di riflessione e di analisi critica, e offre una prospettiva originale sul ruolo dello spettatore nell'arte e nella società.